Myss Keta tornerà a Molfetta dopo 7 anni: dopo il suo ultimo concerto
in città nel 2018, la rapper tornerà a esibirsi in terra molfettese
per una delle sue tappe del tour italiano 2025. L’artista milanese
sarà in città il 21 aprile 2025 all’Eremo Club, la stessa location
del suo precedente evento. L’annuncio è stato dato anche dallo
stesso locale che ospiterà la cantante nel prossimo anno. Early bird
15€ (pochissimi) Intero Prevendita 20€ Intero Botteghino 25€
Biglietti disponibili in prevendita sul circuito dice.fm Myss Keta
nasce nel 2013 in una “caldissima notte di agosto” nei sotterranei
di Milano. O almeno così dice la sua biografia ufficiale. Dietro
l’artista in maschera c’è il collettivo creativo Motel Forlanini.
«Tutto quello che abbiamo adesso ce lo siamo costruito con il
sudore» ha riferito la crew. Sull’identità della rapper regna
ancora il mistero, nonostante il successo immediato del singolo di
esordio “Milano Sushi e Coca”, e un libro uscito lo scorso
dicembre. Sappiamo che ha 30 anni, parla di sesso, droga e
trasgressione, e il suo personaggio è nato come gesto di ribellione
verso un periodo storico in cui importa più l’immagine che la
sostanza. In cui tutti vogliono far vedere la faccia, magari nei
selfie pubblicati sui social, ma hanno paura di esprimersi. La rapper
meneghina ha fatto discutere il mondo dell’hip hop proponendosi come
femmina alfa della scena italiana. «Siamo gli unici a fare questo
tipo di musica. Siamo originali. Non i migliori. Siamo una famiglia»,
ha dichiarato, riferendosi ai Motel Forlanini. Il suo stile, a cavallo
tra afrobeat e elettroclash, ha catturato l’attenzione di importanti
artisti. Come Gué Pequeno, Mahmood, Gemitaiz, Gabry Ponte, Elodie e
Il Pagante, che sono entrati in studio per collaborare con lei e
apparire nel suo nuovo disco “Paprika”. In quanto alle sue
ispirazioni, ha citato nelle interviste le bionde atomiche Madonna,
Lady Gaga, Peaches, Jo Squillo e Raffaella Carrà. Accomunate non solo
dalla chioma dorata, ma anche dalla passione per la provocazione. Ma
la vera musa di Myss Keta è la dj e cantante che, neanche troppo
velatamente, ha deciso di omaggiare con il suo nome d’arte: Miss
Kittin. Il suo nuovo album “Paprika” è uscito il 29 marzo con
Universal Music e La Tempesta Dischi. In copertina, Myss Keta cavalca
una gigantesca mortadella, fasciata da un abito rosso e con indosso
maschera e occhiali scuri. Un’estetica che si rifà un po’ a Bigas
Luna, un po’ a Tinto Brass, e soprattutto al cinema d’animazione
giapponese. In una recente intervista a Il Messaggero ha dichiarato:
«Chiunque può essere Myss Keta, anche se il progetto è legato a una
voce». E ancora che in lei il pubblico dovrebbe vedere «i valori di
accettazione di sé e degli altri per quello che sono, lo sfuggire dai
limiti che ti impone la società. Oltre alla descrizione caricaturale,
grottesca e ironica della realtà, che passa attraverso le canzoni».
È difficile prestare attenzione ai suoi testi, dietro un’immagine
così forte, fatta di eye-liner colato, vestiti eccentrici e il viso
perennemente coperto. Ma volendo approfondire meglio la sua poetica,
è possibile scoprire una femminista diversa dal solito, capace di
impugnare la propria sessualità come un’arma. Uno sparo verso un
pubblico che, soprattutto tra i giovanissimi, sembra gradire la sua
irruenza. Forse l’Italia è già pronta ad avere il suo mix di Cardi
B, Nicki Minaj e Lil’ Kim in salsa elettronica.
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10/07/2025 Last update