Con un meccanismo geniale, esilarante e imprevedibile di
teatro-nel-teatro-nel-teatro, a metà fra Pirandello e Rumori fuori
scena, “Spettacolo falso e non autorizzato (A Mirror)” arriva in
Italia, dopo l’enorme successo inglese, con un cast d’eccezione e
un adattamento sorprendente. Affrontando temi come la libertà di
parola, l’autoritarismo e la censura, è un elettrizzante thriller
dark ad alto tasso di ironia e adrenalina in cui il pubblico deve
essere pronto al coinvolgimento in prima persona. Lo spettacolo Tutti
gli spettatori sono invitati al matrimonio di Nina e Leo,
nell’elegante sala eventi di uno stato totalitario in cui le opere
teatrali e cinematografiche devono passare il vaglio della censura del
Ministero. La cerimonia, però, è solo una copertura, per cui siate
pronti a essere testimoni e complici di una performance clandestina e
non autorizzata. Dove stia la verità è continuamente in discussione,
i ruoli sono pronti a capovolgersi e le forze dell’ordine attendono
in agguato, finché ogni distanza fra il dietro le quinte e il
palcoscenico non sarà scomparsa. Ce la farà il gruppo di attori
ribelli a portare lo spettacolo fino alla fine, evitando di fare
arrestare anche il pubblico per questo gesto di insubordinazione? Uno
spettacolo di teatro totale, ambiguo, ironico e sfuggente, in cui
nulla è come sembra e che chiede al pubblico di essere continuamente
parte attiva della messinscena. Alternando momenti di grande comicità
e profonda tensione, è un’occasione per riflettere sul ruolo degli
artisti, sul confine fra politica e arte e su cosa vuole ascoltare il
pubblico: la verità o una comoda bugia? Ma, soprattutto, una
riflessione sul potere delle storie – se ben raccontate – di
cambiare le sorti del mondo. Protagonisti del falso matrimonio e
pronti ad accogliervi in teatro, una variegata compagnia di attori
“ribelli”: Ninni Bruschetta, Claudio “Greg” Gregori, Fabrizio
Colica e Paola Michelini. La regia e l’adattamento italiano sono di
Giancarlo Nicoletti, le scene di Alessandro Chiti, le musiche
originali di Mario Incudine, i costumi di Giulia Pagliarulo e la
produzione è firmata da Viola Produzioni e Altra Scena. Dalle note di
regia di Giancarlo Nicoletti: “Un immaginario Stato, autoritario e
sanguinolento, controlla tutte le opere d’arte tanto che il
Ministero della Cultura viene chiamato ‘ufficio censura’. Un
giovane autore deve vedersela con un funzionario sui generis perché
il suo copione sia approvato. Un finto matrimonio con la polizia in
agguato. Questi sono gli ingredienti di un testo geniale, e lo
spettacolo che ne è risultato è così originale e insolito che è
difficile raccontarlo. Di certo è un lavoro attualissimo che parla a
tutti, perché affronta temi che sono sempre più all’ordine del
giorno: la verità, la libertà d’espressione, gli stratagemmi -
spesso subdoli - con cui i potenti piegano il mondo al proprio volere;
un lavoro che parla anche dell’eterna dicotomia fra finzione scenica
e verità della vita vissuta, di come il confine fra le due spesso sia
labile e della condizione degli artisti (e di quanto non si possa
farne a meno). Il meccanismo teatrale del copione, perfetto nel suo
alternare più livelli come un sistema di scatole cinesi e a cambiare
continuamente il punto di vista, fino al sorprendente epilogo finale,
è ciò che ha appassionato tutta la compagnia fin dall’inizio. E da
quello ci siamo lasciati guidare, assecondando la comicità surreale e
inaspettata che ne è derivata e il ritmo incalzante e serrato da
thriller. Senza dimenticare l’importanza del tema e armandoci di
tanta, sana, insubordinazione. Il pubblico deve aspettarsi di tutto,
anche di essere nostro complice e finire in galera: ma – con ogni
probabilità - ne sarà valsa la pena.”
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12/03/2025 Last update