_RILASCIATO ATTESTATO AI SENSI DI LEGGE 120 DEL 03/04/2001, DGR 10306
DEL 16/09/2002, DM 18/03/2011, DGR 2869 DEL 29/12/2011 E DGR 4717 DEL
23/01/20_Ogni anno, in Italia, circa 60.000 cittadini muoiono in
conseguenza di un arresto cardiaco, a insorgenza spesso talmente
improvvisa da non essere preceduto da alcun sintomo o segno
premonitore.
L’Arresto Cardiocircolatorio (ACC) è una situazione nella quale il
cuore cessa le proprie funzioni, di solito in modo improvviso,
causando la morte del soggetto che ne è colpito.
La conseguenza immediata dell’ACC è l’assenza di circolazione. La
mancanza di ossigeno a cuore e cervello porta rapidamente a morte il
paziente se non tempestivamente trattato. La carenza di ossigeno al
cervello produce infatti lesioni che possono diventare irreversibili
già dopo 4-6 minuti di assenza di circolo. Le possibilità di
prevenire questo danno dipendono dalla rapidità e dall’efficacia
delle procedure di soccorso riassumibili nella corretta applicazione
della Catena della Sopravvivenza.
La sopravvivenza per questo evento è inferiore al 10%. La letteratura
scientifica internazionale ha però dimostrato che un soccorso
tempestivo e corretto in caso di arresto cardiaco improvviso,
contribuisce a salvare fino al 30% delle persone colpite. E’
definita Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP) l’insieme delle manovre
atte a mantenere le funzioni vitali supportando artificialmente la
circolazione e, se possibile, la ventilazione.
E’ essenziale che le prime manovre di soccorso, in primo luogo le
Compressioni Toraciche Esterne (CTE), siano eseguite il prima
possibile anche da parte di personale non sanitario (laico) perché
rappresentano uno degli elementi principali che favoriscono la
sopravvivenza di una persona colpita da ACC.
A questo primo e fondamentale trattamento può aggiungersi
l’utilizzo di un Defibrillatore semi-Automatico Esterno (DAE), che
consente anche a personale non sanitario di erogare una scarica
elettrica stabilita automaticamente dal DAE. La defibrillazione
consente, infatti, di interrompere l’aritmia più pericolosa, la
Fibrillazione Ventricolare (FV), e le Compressioni Toraciche Esterne
(CTE) aiutano a mantenere vitali gli organi “nobili” (cuore e
cervello) della vittima.
La scarsa conoscenza delle manovre di primo soccorso da parte della
popolazione riduce sia le probabilità di sopravvivenza delle vittime
colpite da arresto cardiaco, sia le possibilità di limitare eventuali
esiti invalidanti. Per queste ragioni è necessario che le tecniche di
base di rianimazione cardio-polmonare diventino un bagaglio di
conoscenza comune e diffusa, e che sia tempestivamente disponibile un
DAE al fine di non spezzare la sequenza di interventi delineati nella
“Catena della Sopravvivenza”.
Bastano poche ore di formazione per apprendere le manovre di base di
rianimazione cardiopolmonare.
Obiettivo di questo Corso è fornire queste nozioni al comune
cittadino (chiamato, per convenzione, “laico”), integrate anche
con il trattamento dell’arresto cardiaco in età pediatrica e
dell’ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, di solito parte
di eventi formativi separati
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10/07/2025 Last update