Martedì 1 aprile 2025 alle ore 19.30 debutta al Teatro Gobetti "Risveglio di primavera", del drammaturgo tedesco Frank Wedekind, nella traduzione di Roberto Cavosi, per la regia di Marco Bernardi. Saranno in scena Patrizia Milani, Giovanni Battaglia, Fabrizio Contri, Giovanna Rossi e Giacomo Albites Coen, Giovanni Cannata, Bianca Castanini, Matilde Bernardi, Pietro Landini, Sebastian Luque Herrera, Max Meraner, Edoardo Rossi, Emma Francesca Savoldi, Giacomo Toccaceli. Elementi scenici e costumi sono di Roberto Banci, le maschere sono di Saverio Assumma, le luci di Denis Frisanco.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dal Teatro Stabile di Bolzano, resterà in scena per la stagione in abbonamento fino a domenica 6 aprile 2025.
"In 19 brevi scene dal ritmo travolgente con una struttura simile a quella del montaggio cinematografico, un Wedekind appena ventiseienne ci racconta con sorprendente forza drammatica l’eterno conflitto tra adolescenti e adulti. E non si fa mancare nulla: dalla scoperta del sesso alle difficoltà di comunicazione, dall’importanza dell’amicizia alla struggente speranza di dare un senso alla vita, dallo smarrimento nella ricerca della propria identità alla paura del
primo amore. Così il grande autore tedesco, padre dell’espressionismo teatrale, ci colpisce ancora oggi per la modernità dei temi trattati e la sensibilità nei confronti dei giovani e delle loro speranze, spesso tradite".
Con queste parole il regista Marco Bernardi descrive l’essenza di un testo simbolo delle condizioni giovanili di ogni tempo. Scritto da Frank Wedekind nell’inverno 1890/1891, Risveglio di primavera venne portato in scena solo quindici anni dopo, a causa della censura. Fu Max Reinhardt a portarlo al debutto a Berlino. Era il 1906 e lo spettacolo scandalizzò i benpensanti ed entusiasmò la critica e il pubblico liberale e progressista. Del Risveglio di primavera sono state messe in scena infinite edizioni nei teatri del mondo, riscritture moderne comprese, e ne sono derivati film memorabili come L’attimo fuggente di Peter Weir nel 1989.
La forza dirompente dell’adolescenza e il conflitto generazionale sono i temi centrali della messa in scena di Bernardi che dirige una compagnia di quattordici attori, dieci dei quali sono giovani, selezionati in tutta Italia in oltre cento provini. Bernardi li guida attraverso i vertiginosi cambi di registro di Wedekind, nell’alternarsi continuo di scene comiche e drammatiche, nel rapido passaggio tra un quadro e l’altro, da un dialogo a un monologo, da una situazione all’altra, seguendo l’acuta e ostinata ricerca della verità che caratterizzano l’autore. Questa rilettura è ispirata a un altro grande artista contemporaneo di Wedekind, il pittore di Ostenda
James Ensor, con le sue maschere misteriose e grottesche. Oltre a un’assoluta libertà creativa, li accomuna il bisogno di esprimersi con registri stilistici apparentemente opposti: da un lato un’intensa vena drammatica, dall’altro una specie di ansia dello sberleffo, una macabra vena farsesca.
Questo spettacolo si avvale della nuova traduzione commissionata dal Teatro Stabile di Bolzano al drammaturgo Roberto Cavosi e pubblicata ora da CUE PRESS, casa editrice dedicata alle arti dello spettacolo, con la prefazione di Marco Bernardi e la postfazione dello storico del teatro Massimo Bertoldi, recentemente scomparso.