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Teatro e memoria: Il Mein Kampf di Massini al Teatro Carignano di Torino

Teatro e memoria: Il Mein Kampf di Massini al Teatro Carignano di Torino
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Lunedì 24 marzo 2025, alle ore 19.30, Stefano Massini debutta al Teatro Carignano col suo spettacolo "Mein Kampf", ispirato al saggio autobiografico in cui Adolf Hitler delinea l’ideologia del nazismo e il suo programma politico, pubblicato per la prima volta cento anni fa. Le scene sono di Paolo Di Benedetto, le luci di Manuel Frenda, i costumi di Micol Joanka Medda, gli ambienti sonori di Andrea Baggio.

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, resterà in scena per la stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino fino a domenica 30 marzo 2025.

Un secolo ci separa dalla nascita di un libro. Era il 1924, anno di nascita di Mein Kampf dettato dal giovane Hitler nella cella del carcere di Landsberg. Nel 2016 la Germania ne consentì la diffusione dopo anni di divieto, ritenendo che solo la conoscenza può evitare il ripetersi della catastrofe. Per anni Massini ha lavorato incrociando la prima stesura del libro-manifesto con i testi e i comizi del Führer oltre che con gli immensi materiali delle Conversazioni con Hitler a tavola raccolte da Picker, Heim e Bormann. Oggi Massini consegna al palcoscenico uno spettacolo duro ma necessario, in cui Mein Kampf emerge in tutta la sua sconcertante portata. Perché queste parole hanno ipnotizzato le masse?

Perché la Storia ha mutato direzione su queste pagine? E noi, spettatori di oggi, saremmo davvero impermeabili all’ascesa dal basso di questo profeta della rabbia? Mein Kampf è l’agghiacciante Verbo del Novecento più distruttivo, camuffato dentro la paranoica autobiografia di un invasato. Dal primato della razza all’apoteosi del condottiero, dalla smania per il riscatto alla febbre per la propaganda, va in scena l’impalcatura del nazionalsocialismo, offerto senza filtri da Massini con lo stile ossessivo, barocco ed enfatico del testo originario, in un millimetrico studio teatrale di ritmi, toni e affondi verbali del dittatore: perché la comprensione del meccanismo è l’unico antidoto al suo replicarsi.

Dichiara Stefano Massini: Questo spettacolo nasce dalle parole di un giovane che racconta di sé, della propria nascita a Braunau sull’Inn, circondato «dalla composta nullità di quelle vite imbalsamate», come scrive. È un discorso che potrebbe benissimo riecheggiare nei pensieri di un ragazzo di provincia che, magari, prova le stesse sensazioni. Tuttavia, oggi siamo abituati, soprattutto i giovani, a virtualizzare: la rabbia si sfoga sotto forma di insulto online. L’attacco, la concorrenza, la competizione, l’antagonismo, il bullismo avvengono sotto forma di hate speech, di body shaming: sono parole digitate e lanciate nella rete. Il corpo non esiste, è tutto virtuale, è tutto “a parole”. Poi, davanti alla fidanzata, al fidanzato, che si è stancata o stancato di te si va in tilt perché non si è abituati ad avere un rapporto con il corpo, perché la violenza fisica è altro da quella verbale. Qui accade lo stesso: Hitler parla, con un tono enfatico, barocco, compiaciuto, strabordante, logorroico.

Affastella parole su parole, sulla pagina bianca che è la scena dello spettacolo, fino a quando cominciano a precipitare oggetti concreti: una valigia, un cappotto, un paio di scarpe. Cadono quintali di libri, si infrangono vetri. È un continuo costringere a ricordare, un caveat, un promemoria del fatto che le parole hanno conseguenze. È un monito per il pubblico più giovane a riflettere su parole come "a guerra è selezione dei migliori" perché significa teorizzare che solo alcuni esseri umani debbano andare a morire, ma chi mi dice che io non potrei essere tra questi?

Quando Hitler afferma in modo esplicito che la democrazia è una menzogna e che nel gioco degli scacchi "c’è un solo re con numerose sacrificabili pedine", significa che quella libertà totale che i giovani danno per scontata, abituati a collegarsi a internet per esprimere liberamente la propria opinione, quella possibilità potrebbe essere, un giorno, tranquillamente revocata. Il nostro materiale ci racconta insomma due cose: intanto che le parole hanno conseguenze concrete di cui è fondamentale tenere conto e che quella democrazia, che è stata conquistata con tanta fatica e oggi potrebbe apparire logora, è un privilegio, un bene di cui prima di tutto va compresa l’importanza e che va difeso con vigore.

114 Views - 19/03/2025 Last update
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