All’Oratorio di San FILIPPO NERI, nell’ambito della programmazione
del LabOratorio, curata da Mismaonda con la Fondazione del Monte di
BOLOGNA e Ravenna, il TEATRO DELLE ARIETTE PORTA IN SCENA LO
SPETTACOLO "Noi SIAMO UN MINESTRONE" sabato 3 maggio alle ore 20.00 e
domenica 4 maggio alle ore 13.00.In uno spazio quadrato, al centro su
tavoli bassi, ci sono due pentole e tutto il necessario per fare il
minestrone. Attorno, attori e spettatori, seduti sulle sedie. Più che
uno spettacolo meglio pensarlo come un incontro, un pezzo di tempo,
un’ora di tempo vissuta poeticamente cercando quello che c’è
prima delle parole e quello che resta dopo che sono state pronunciate
e dimenticate. Un pezzo di vita per tutte le cose da raccontare,
sull’amore, sul teatro, sulla forza delle piante e l’energia degli
animali, su come sarebbe facile, in fondo, essere felici. In un tempo
di guerre, uno spettacolo per raccontare l’amore. Uno spettacolo per
ritrovare il senso e il piacere del gioco. Uno spettacolo per
immaginare il presente.
Di, con, regia Paola Berselli e Stefano Pasquini
Organizzazione Irene Bartolini
Ufficio stampa e comunicazione Raffaella Ilari
Note di regia
«Abbiamo più di sessant’anni, ci conosciamo dal 1978, da
trentacinque anni viviamo alle Ariette e la nostra compagnia ne ha
compiuti ventotto. Anni fatti di mesi, di giorni, di ore e minuti. Un
tempo infinito, un’eternità, un attimo.
È il cammino della vita, la ricerca dell’identità. È la risposta
a quella prima domanda: chi siamo noi? Noi chi? Paola e Stefano,
oppure io e te, attori e spettatori, noi gruppo, società, massa?
Siamo un minestrone. Come il minestrone siamo fatti di acqua. Siamo
più di un miscuglio di forme, di specie, di generi. Noi siamo
relazione. Noi amiamo, soffriamo, facciamo la guerra e la pace. Il
nostro agire ha fatto e fa il mondo, non da solo naturalmente, ma
insieme a tutto il resto.
E il Teatro è una delle nostre azioni, come il lavoro nei campi, la
trasformazione del cibo, l’osservazione della realtà.
La relazione cambia le cose. Acqua e farina, nell’incontro, perdono
le rispettive identità e ne trovano una nuova chiamata pane. Carote,
patate, bietole e zucchine fanno lo stesso. Si incontrano in una
pentola, dentro l’acqua che bolle, non saranno mai più quello che
erano prima, ne conserveranno solo un ricordo. Ora, insieme, stanno
diventando un minestrone. Così, entriamo e ci trasformiamo nello
spazio magico del Teatro. L’io diventa noi, la mia storia la tua, la
tua vita la mia.
Lo spazio è un quadrato, vuoto. Al centro due pentole. Su tavoli
bassi, quasi a terra, c’è tutto il necessario per fare il
minestrone. Attorno ci siamo noi, attori e spettatori, seduti sulle
sedie che delimitano il quadrato.
E poi ci sono le cose da dire, da raccontare, sull’amore, sul
teatro, sulla forza delle piante e l’energia degli animali; su come
sarebbe facile, in fondo, essere felici. In questo tempo di guerre
abbiamo fatto uno spettacolo per raccontare l’amore. Forse non è
esatto parlare di spettacolo. Preferiamo pensarlo come un incontro, un
pezzo di vita, un’ora di tempo vissuto poeticamente cercando quello
che c’è prima delle parole e quello che resta dopo, dopo che sono
state pronunciate e dimenticate. Aspettando il minestrone, piatto
così umile e quotidiano da appartenere alla vita di tutti».
Bio – Teatro delle Ariette
Teatro delle Ariette è una compagnia fondata nel 1996 da Paola
Berselli, Stefano Pasquini e Maurizio Ferraresi, nata dall’incontro
tra vita contadina e pratica teatrale. Con oltre 30 creazioni e 2500
repliche in Italia e in Europa, il gruppo propone un teatro
autobiografico, fatto di relazioni autentiche, cibo condiviso e
racconto del quotidiano. La loro sede è un podere tra le colline
bolognesi, dove arte, vita e lavoro si intrecciano in una ricerca
continua. Dal 2015 curano il progetto di teatro di comunità Territori
da cucire. Nel 2020 hanno ricevuto il Premio ANCT dei critici
teatrali.
“Il nostro teatro è un teatro di terra, fatto con le mani e vissuto
nel corpo. La nostra ricerca teatrale è un cammino attraverso
l’umano, un lavoro continuo e paziente per forzare e aprire quella
porta che conduce dentro: nel teatro invisibile del cuore. Lì sta il
nostro teatro”.
Contributo per i pasti 10 €. Posti limitati
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10/07/2025 Last update