I martedì di aprile, dal 15 al 29 aprile, tre documentari offrono uno sguardo sulla condizione della Palestina nella rassegna “Sotto il cielo del fiume, sotto il cielo del mare”. Tra resistenza, memoria e diritti umani, tre appuntamenti con film pluripremiati. Ospiti in sala il 15 aprile, ore 21.30 le registe Carol Mansour e Muna Khalidi autrici di A state of passion
“Sotto il cielo del fiume, sotto il cielo del mare”
Lo Spazio Alfieri dedica il mese di aprile a una rassegna cinematografica di forte impatto civile e politico: “Sotto il cielo del fiume, sotto il cielo del mare”, un ciclo di documentari che offre uno sguardo plurale e profondo sulla questione palestinese e sulle sue molteplici implicazioni, attraverso le storie di chi ne vive quotidianamente le conseguenze. Un’occasione per ascoltare voci autentiche, fare spazio alla complessità e interrogarsi sul presente, dove si intrecciano testimonianza, impegno e memoria. Ospiti in sala martedì 15 aprile, ore 21.30 le registe Carol Mansour e Muna Khalidi del documentario premiato A state of passion. Carol Mansour è una regista indipendente libanese attiva da oltre vent’anni nella produzione di documentari a sfondo sociale e politico. Fondatrice della casa di produzione Forward Film Production. Muna Khalidi è esperta in politiche sanitarie e sviluppo sociale, con oltre 34 anni di esperienza in Libano e nel Medio Oriente. Dal 2011 collabora con Carol Mansour alla realizzazione di documentari, integrando nel lavoro creativo la propria esperienza nei settori accademico, pubblico e non governativo. I loro progetti coniugano rigore scientifico, sensibilità umana e forza narrativa. Le due registe in A state of passion seguono il ritorno alla vita del chirurgo anglo-palestinese Ghassan Abu Sittah, dopo 43 giorni passati nei reparti d’emergenza degli ospedali di Gaza, sotto continui bombardamenti. Un film urgente e umano, sulla dedizione, sulla sofferenza e sull’amore per la Palestina. Gli altri film in programma: il vincitore agli Oscar No other land, seguito da An orange from Jaffa, cortometraggio del regista palestinese Mohammed Almughanni, vincitore del premio Amnesty International Italia, e Innocence che esplora il lato invisibile della società israeliana: la storia dei giovani obbligati a servire nell’esercito contro la propria volontà. Il film sarà introdotto da due brevi contributo video, uno del regista Guy Davidi e uno di Cristina Ronchieri dell'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
Martedì 15 aprile, ore 21.30
A STATE OF PASSION
di Carol Mansour e Muna Khalidi
Documentario, Libano, 2024 – 90’
Proiezione alla presenza delle registe. A seguire dibattito in sala.
Dopo 43 giorni passati nei reparti d’emergenza degli ospedali Al Shifa e Al Ahli di Gaza, sotto continui bombardamenti, il chirurgo anglo-palestinese Ghassan Abu Sittah è diventato simbolo della resistenza civile palestinese. Il documentario segue il suo ritorno alla vita, tra Beirut, Amman, Londra e Dubai, attraverso lo sguardo intimo delle due registe, amiche della famiglia Abu Sittah. Un film urgente e umano, sulla dedizione, sulla sofferenza e sull’amore per la Palestina.
Martedì 22 aprile, ore 19.00
NO OTHER LAND
di Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal, Rachel Szor
Con il patrocinio di Amnesty International Italia
Vincitore agli Oscar 2025, No Other Land racconta la lotta di Basel Adra, giovane attivista palestinese di Masafer Yatta, contro gli espropri e le demolizioni imposte dall’occupazione israeliana. Accanto a lui, Yuval, giornalista israeliano, condivide la battaglia e l’amicizia, in un’intensa narrazione collettiva che nasce da un raro progetto di collaborazione israelo-palestinese.
Segue An Orange from Jaffa, storia di un incontro tra due uomini molto diversi, un ritorno alla terra d’origine e un confronto umano sul confine tra speranza e disperazione.
Martedì 29 aprile, ore 21.30
INNOCENCE
di Guy Davidi
Israele, 2022 – 100’
Innocence esplora il lato invisibile della società israeliana: la storia dei giovani obbligati a servire nell’esercito contro la propria volontà. Attraverso diari privati, filmati domestici e materiali d’addestramento militare, il documentario svela il processo sistemico che dalla prima infanzia conduce i ragazzi verso la militarizzazione, sollevando interrogativi profondi sull’identità, sul potere e sulla disumanizzazione.
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